mercoledì 30 gennaio 2013

Il quadro simbolo di "Mazzi di Fiori"

Post breve e autoreferenziale. 

Ebbene sì. A Parigi, al bislacco museo erotico che si sviluppa su sette piani nel quartiere a luci rosse di Pigalle, ho scovato questo gustoso, piccolo dipinto. 

Perfetto, secondo me, come immagine simbolo del blog, che gioca sull'ambigua parola "mazzi" e al tempo stesso sul mio colorato cognome. Questo sì che è un gran mazzo di Fiori!

mercoledì 23 gennaio 2013

La mummia leader della "colazione"



Sondaggi: il Pdl si avvicina al 20%
Grottesco, quasi surreale, l’ennesimo assalto del Cavaliere al Palazzo del potere. Dopo venti controversi anni di attività politica (Forza Italia nacque alla fine del 1993) e 3.340 giorni vissuti da Presidente del Consiglio, Silvio c'è.

Non sarebbe nemmeno un tema serio, se non fosse che un quinto degli italiani, presumibilmente, tornerà a votare Berlusconi


Aggiungendo quel che rimane della Lega Nord post scandali, addirittura un quarto degli elettori si dovrebbe affidare ancora una volta a lui, magari non come premier – come assicura ogni tre secondi il segretario padano Roberto Maroni – ma almeno come leader della coalizione (o della "colazione", come ha scritto l’account twitter leghista della Camera).


Il ritorno della mummia nostrana – come perfidamente ha titolato il quotidiano francese Liberation – porterà conseguenze orride. Non vincerà, ovvio. Tuttavia, in stretta collaborazione con Grillo e Ingroia, contribuirà alla nascita di un mostruoso governo tricefalo Bersani+Vendola+Monti. Che non consentirà al Paese né di avere una guida socialdemocratica né liberale, lasciandoci nel limbo della poca chiarezza, della litigiosità perpetua, della mediazione politica generalmente tarata al ribasso. La tentennante e debole Italia, edizione 2013.
No, stavolta proprio non sono fiducioso. Temo (e prevedo) che torneremo a votare entro due anni. Spero chiaramente di sbagliarmi, certo del fatto che come disse argutamente il grande fisico danese Niels Bohr – “le previsioni sono difficili, specialmente quando riguardano il futuro”.


domenica 20 gennaio 2013

La campagna grigia di Bersani



Che Bersani non m'appassioni - anche se lo considero il candidato premier migliore - non lo scopro oggi. Ma un inizio così scialbo, deludente e moscio non me l’aspettavo. Questione di sostanza e di forma. Asettico e senza slancio, perfetto per prepararci alla Quaresima, come evoca Massimo Gramellini (del quale condivido spesso le valutazioni, magari non originali ma di buon senso oltre che scritte da dio).

Basta un’analisi sommaria del linguaggio utilizzato l'altro giorno all’apertura ufficiale della campagna elettorale per far cadere le braccia. Solo parole funeste, che evocano malattia, guerra, morte

Solo negazioni. La strategia del no, non nuova al Pd, gode di ottima salute. Smorzando residui entusiasmi e facendoci adagiare attoniti in quest’inverno politico  freddo e grigio, come la grafica della campagna “Italia Giusta”. Oggetto peraltro, come ormai tradizione, di scherno e parodie d’ogni tipo. 

"Partiti personali cancro della democrazia": ecco il titolo brioso dell’articolo di Repubblica on line. Il segretario del Pd riesce poi a sommare tre negazioni in una frase, concludendola con due altri concetti legati al lato più oscuro (e odioso) della politica. Nessuna speranza, nessun sogno, nessuna prospettiva. 
"Questa campagna elettorale si sta mettendo fuori dai binari, non sono soddisfatto, in questi termini noi non ci stiamo: non stiamo in una campagna fatta solo in termini di politicismo e cabaret".
Altri virgolettati dal manuale “Come perdere voti in campagna elettorale”. Volete un premier criptico, stanco e allibito? Anche no.
“Sono abbastanza stanco di dover essere tutti i giorni registrato su temi come 'io, Monti, la desistenza, il Senato e compagnia cantante'. Sono abbastanza allibito del fatto che ci sia il cabaret per avere un titolo, mentre siamo davanti a un paese che ha bisogno di essere ricostruito. Noi parleremo dell'Italia e degli italiani".
Noi diciamo no ad ogni qualunquismo che porta a posizioni fascistoidi per le quali non c'è destra e sinistra”
“La nostra arma atomica è l'appello al popolo delle primarie".
Sul Corriere non va certo meglio, sin dal titolo: «Usciamo da 20 anni di deriva morale», proseguendo con le gettonatissime e, per me, insopportabili metafore militari.
«La battaglia la vinceremo non perché abbiamo la vittoria in tasca, l'avversario c'è e ha rialzato la testa ma perché susciteremo le nostre forze in tutto il Paese e le nostre forze questa volta sono in grado di battere la destra».
E di nuovo la citazione della peggiore delle malattie.
“Sistemi organizzati su una persona che spesso si sceglie da sola sono un tumore che rendono la democrazia ingessata, inefficace e impotente”.
Ora, è vero che i giornali cercano col lanternino titoli ad effetto (è il loro mestiere). Proprio per questo occorre la massima attenzione alle espressioni e ai toni. Un bravo comunicatore imposta la comunicazione già sapendo quali saranno le 2-3 frasi ad effetto che i giornalisti coglieranno. Lì sta l’errore. Se le frasi ad effetto sono in negativo, stai certo che i titolisti non perderanno la ghiotta occasione di spararle a titoli cubitali

Bersani è saggio e preparato, ma non sa parlare né convincere. Chi lo consiglia dovrebbe almeno avvertirlo degli errori macroscopici e trasmettergli l’abc della comunicazione politica. 

giovedì 17 gennaio 2013

Se rinascerei



Avevo già parlato, in un post passato, di svariati errori linguistici macroscopici, violenze brute alla lingua italiana sancite addirittura, spesso, in tatuaggi con intollerabili quanto sbellicanti sgorbi grammaticali. Ma questo merita addirittura un post solitario, anche considerate le dimensioni dell'intervento tatuatorio
"SE RINASCEREI IN UN ALTRA VITA VORREI INCONTRARTI ANCORA..."
"Se rinascerei", nel campo degli orrori verbali, è già di per sé un colpo da maestro (o forse il maestro avrebbe dovuto dare un colpo, molto forte, al tatuatore alle elementari). Anche l'assenza dell'apostrofo prima di "vita" merita una segnalazione...

Per chi si fosse perso la prima puntata, ecco qui il post "Non si dice"

martedì 8 gennaio 2013

La boutique del Punto G


Sorpresa e sorrisi, sabato scorso, durante una visita lampo alla gaudente località di Porretta Terme, in provincia di Bologna. Nel bel mezzo del corso principale - costellato di negozi luccicosi e passeggio defatigante post natalizio - ecco spuntare una visione bizzarra. Molto bizzarra. 

Ora, l'idea di marketing di chiamare il proprio negozio di abbigliamento Punto G è quantomeno originale: richiama forse l'eccitazione tutta femminile di fare shopping? L'orgasmo di trovare il capo giusto? O l'intento è magari attrarre mariti, compagni, fidanzati, in genere recalcitranti di fronte all'infinito stazionare delle donne davanti alle vetrine e ancor più riluttanti ad entrare per ore in negozi super riscaldati stipati di commesse appiccicose? 

Siccome siamo anche in tempo di saldi, non mi rimane che consigliare a tutti una visita al Punto G.