martedì 6 marzo 2012

La Lega e le donne senza palle

Bonaccini (foto Farricella)
Quando appena eletto, nel 2009, il segretario del Partito Democratico dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini intraprese la sua crociata anti Lega Nord, io fui felice. Eravamo in pieno berlusconismo, l’asse con Bossi era saldo e i consensi del centro destra - e in particolare del Carroccio - aumentavano anche nelle terre tradizionalmente rosse, come acutamente documentato dalla video inchiesta dei giornalisti di Officine Tolau

Persino molti operai ed ex militanti comunisti, ci raccontavano, strizzavano sempre più l’occhio alla Lega. Bonaccini, senza indugi, cominciò una serie di affondi efficaci per contrastare il preoccupante fenomeno, rispondendo alla propaganda leghista con fatti e proposte, smascherando contraddizioni e trucchi, sostenendo confronti “a muso duro”, senza paura. 

Mi piaceva l’idea di un partito che usciva dalla passività e dal vittimismo e partiva lancia in resta alla conquista dell’elettorato perduto. Credo che, in qualche modo, mostrare i muscoli davanti al bullismo leghista sia stato giusto e necessario.
 
Poi, immagino come diretta conseguenza di quest'azione politica, è arrivata una serie di campagne mirate targate Pd. In particolare, mi ha colpito il manifesto con la spada di Alberto da Giussano ammosciata (aprile 2011), simbolo del declino leghista e della morbidezza nell’affrontare i temi della giustizia così cari all’ex premier. D’accordo, nulla da eccepire nella sostanza. Ma sul fronte comunicazione questa scelta proprio non m’è piaciuta. Non tanto perché la ritenga una caduta di stile. Ma perché, come ripeterò all’infinito, si inserisce in un frame leghista, e denuncia nuovamente una sottomissione culturale e linguistica della sinistra. 

Il tema politico non è chi ce l’ha più duro o chi è più macho. Occorre contrapporre contenuti seri alle pagliacciate, fare leva sulla testa piuttosto che sul vente, o bassoventre. Così come non mi piacciono mai le campagne CONTRO (ho già avuto modo di scriverlo in questo post). 

La Lega si combatte con proposte concrete e visioni prospettiche totalmente differenti, sottolineandone semmai gli aspetti barbari e beceri, le idee medievali, le derive razziste. E, soprattutto, l’inconsistenza e fragilità dell’impianto programmatico di un movimento che vive di sparate grossolane, leadership farlocche, paure recondite. Se invece pretendiamo di averlo più duro noi, allora vinceranno loro. 

A proposito di definizioni triviali e del rapporto intrinseco tra forma e sostanza, mi viene in mente chi si complimenta con una donna coraggiosa, professionalmente valida o di gran carattere dicendole: “Tu hai le palle”. Orribile. Obbrobrioso. Un retaggio di linguaggio sessista che vorrei fosse superato. No, ribelliamoci. Al celodurismo politico, alle espressioni rozze e ridicole (vero Bossi?) e alle donne con le palle.

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